Mostra nel nostro store di Milano.
In occasione del lancio della collaborazione Obey x Sex Pistols, abbiamo ospitato nel nostro basement di Milano una mostra dedicata a Sid Vicious.
Dal 9 al 13 Giugno, l’exhibition ha presentato le 10 opere della collezione “SID, SUPERMAN IS DEAD”, realizzate da Shepard Fairey e basate sulle immagini del fotografo inglese Dennis Morris, che ha seguito e fotografato Sid Vicious nella sua carriera.
Queste le parole di Shepard, che in modo diretto spiega quale fu il reale impatto culturale dei Sex Pistols e quanto è stato intenzionale il suo continuo riferimento al gruppo inglese durante tutta la sua carriera:
“Ho un vivido ricordo della prima volta che un mio amico mi fece ascoltare “Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols” sul giradischi di camera sua. Ebbi i brividi sulle braccia appena attaccò il brano di apertura, “Holidays in the Sun”, che inizia con il suono di stivali in marcia seguiti dalle percussioni e da dissonanti accordi di quinta, con Johnny Rotten che abbaia il verso “A cheap holiday in other people’s misery” (una vacanza scadente nella miseria degli altri). L’album si apre con incredibile potenza e stizzoso disdegno, senza mai arretrare, passando da “Bodies”, “Anarchy in the U.K.”, “God Save the Queen” e “Pretty Vacant” nel suo cammino. I Sex Pistols crearono il perfetto album di debutto, e cambiarono la mia vita prima ancora che mi accorgessi che avrebbero cambiato l’intero paradigma del rock ‘n’ roll.
Il primo gruppo che mi avvicinò alle sottoculture musicali furono i Sex Pistols. All’inizio mi piaceva la musica, ma più li conoscevo più realizzavo che avevano creato uno straordinario sovvertimento culturale, che coinvolgeva persone di talento non solo nella musica ma nell’arte, nella moda, e anche negli affari. Con il fantastico veleno di Johnny Rotten, la possente chitarra di Steve Jones, lo stile di Vivenne Westwood, le grafiche di Jamie Reid, la manipolazione mediatica di Malcom McLaren; i Sex Pistols furono il più brillante gruppo di “senza talento” a truffare l’industria del rock ‘n’ roll fino in cima.
Ho studiato i collage di Jamie Reid e assorbito la sua audace sovversione dell’iconografia della cultura dominante. Ho disinvoltamente fatto mie le parole di Malcolm McLaren: “Coltiva la curiosità della stampa. Concentrati nel creare distacco generazionale. Sei diventato un’idea nuova. Gli altri vogliono unirsi. Hai ottenuto credibilità dal niente – usala come storia da vendere. Terrorizza, minaccia, e insulta la tua stessa inutile generazione.”
Ho usato i Sex Pistols come linea guida per quello che era il mio intento: creare arte provocativa, ma anche infiltrare il sistema, intrigare i media, e coprire ogni sfaccettatura della cultura”.
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