Obey e Dickies, due marchi che rappresentano due punti di riferimento per le sottoculture di tutto il mondo, si sono incontrati in una collaborazione che riesce a rimanere fedele ai valori di entrambi i brand.
Niente da obiettare, siamo finiti in un periodo storico particolare, unico nel suo genere fino ad ora, se inserito nel contesto contemporaneo. Si è parlato tanto delle ripercussioni che ha avuto e che ha la pandemia sull’economia, ma noi vendiamo abbigliamento e accessori quindi in questo periodo stiamo cercando di capire quali saranno le conseguenze sulla fetta streetwear.
Quasi scontato dire che il mercato ha subito uno stop improvviso che non si era mai verificato prima. Ovviamente con una contrazione del genere non ci si poteva aspettare altro, collezioni saltate o rimandate e l’avvento di un vuoto di contenuti rispetto a quello che siamo abituati. Solitamente una capsule collection ogni due giorni è il minimo sindacale per allietare le conversazioni degli appassionati e arricchire scaffali reali o virtuali dei negozi che sono sempre sul pezzo.
Per fortuna la collaborazione che aspettavamo da mesi è riuscita comunque a vedere la luce e arrivare in Italia!
Obey e Dickies, due marchi che rappresentano due punti di riferimento per le sottoculture di tutto il mondo, si sono incontrati in una collaborazione che riesce a rimanere fedele ai valori di entrambi i brand.
Obey come sempre vuole stimolare la curiosità, portando le persone a mettere in discussione la loro relazione con l’ambiente circostante; Dickies dal canto suo è sinonimo di anti-fashion, con il suo workwear che è di appeal proprio perché non ha tante pretese.
La capsule rivisita i capi più classici di Dickies (work shirt, work pants, eisenhower jacket…) con l’iconica grafica di Andre The Giant, la grafica più rappresentativa e riconoscibile che lanciò lo street artist e attivista americano Shepard Fairey aka Obey all’inizio della sua carriera.
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